
LA GRANDE ICONA DELLA CROCIFISSIONE
Collocata nella sacrestia della Parrocchia San Girolamo a Corviale in Roma
Nella sacrestia della Parrocchia, protetta da una teca in vetro blindato, è custodita l’icona della Crocifissione, dipinta dall’iconografo romeno Sorin Dumitrescu. L’opera d’arte è stata donata al Santo Padre Giovanni Paolo II dal Presidente della Romania Emil Constantinescu in occasione del Giubileo del 2000.
Guardando ai personaggi, possiamo interiorizzare e contemplare il mistero della Croce.

Gesù
L’immagine delCrocifisso, contrariamente a tante opere occidentali, non isola Cristo nella sua umanità sofferente, né lo chiude nel dolore della carne.
Il sentimento del dolore lascia spazio alla contemplazione del Mistero.
Cristoè sulla Croce, la cui base è confitta nella caverna buia, dove riposa il teschio di Adamo, simbolo di tutta l’umanità. Il corpo di Cristo è ricurvo verso la Madre, mentre Ella è totalmente protesa verso di Lui ad esprimere la comunione con il suo Figlio Gesù.
Da un lato della Croce infatti sta Maria la Madre del Signore, dall’altro lato San Giovanni evangelista.

Maria
Maria ai piedi della Croce rivela la sua umanità profonda e autentica: dubita, sembra non comprendere cosa stia accadendo, ha paura. Questi sentimenti umani sono racchiusi nel gesto della sua mano, vicina alla guancia.
Il Figlio le insegna la sapienza di ciò che accade davanti ai suoi occhi, sostenendola nel dare un significato salvifico alla sofferenza e alla morte.
Per noi che come Maria, su questa terra viviamo momenti di incomprensione e di smarrimento, la sapienza della Croce viene dalla Parola. Soltanto nell’ascolto attento e nell’abbandono fiducioso ci è dato di accogliere tutta la rivelazione dell’amore del Padre, che dona al mondo la vita dell’Unico suo Figlio. Sopra l’immagine di Maria è dipinta, secondo l’usanza, l’abbreviazione di Μήτηρ Θεού
Metèr Theoù, cioè “Madre di Dio”.

Giovanni
Dall’altro lato Giovanni, l’apostolo che Gesù amava, e che rappresenta ogni credente, ha il capo reclinato e le mani congiunte: è l’atteggiamento devoto e contemplativo di chi custodisce nel cuore ciò che osserva.
Queste figure ai piedi della Croce sono eccezionalmente allungate; i loro volti esprimono pace e accettazione. Non c’è spazio al dolore, né alle lacrime. Anche le pieghe del drappeggio sono eliminate dalle loro vesti per ridurre la persona all’essenzialità spirituale.
Sopra l’immagine di Giovanni è dipinta, secondo l’usanza, l’abbreviazione di
ο Άγιος Ιωάννης
O Aghios Ioannes, cioè “San Giovanni”.

La grotta e il teschio di Adamo
Ai piedi della Croce vi è lagrotta. Gesù nasce in una grotta buia e profonda che prefigura la grotta del sepolcro. La Croce qui si erige sulla grotta dove è posto il teschio d’Adamo.
La grotta è nera e rappresenta gli inferi, le profondità della terra ove hanno dimora i mali e i peccati degli uomini. Il teschio di Adamo rappresenta tutta l’umanità ferita dal peccato che porta alla morte spirituale, e di cui Adamo è simbolo, e che viene lavata dal sangue di Gesù che cola dalla croce sulla grotta.
La Vita si rivela così là dove il buio è più intenso. Soltanto in profondità è svelato al credente il senso del mistero Pasquale ed è possibile la vita interiore: pensare, meditare, custodire i dubbi, lasciare che le domande accompagnino l’esistenza e non accontentarsi di risposte facili. Solo nella profondità della vita interiore sorge la spiritualità.
Anthony Bloom scriveva: «La preghiera nasce dalla scoperta che il mondo possiede profondità, che non siamo circondati unicamente da realtà visibili, ma immersi e penetrati dall’invisibile».
La Croce
La Croce,stretta, scura, lanciata verso l’alto, occupa il centro della composizione e si pone come asse di equilibrio dell’immagine.
Seguendo l’asse della Croce l’icona è costruita in verticale, perché questa è la dimensione in cui comprendere la Crocifissione: Dio si è abbassato fino alla morte di croce, per risalire alla gloria della Resurrezione.
L’icona gode già del movimento di ascesa; la Croce è già illuminata dalla luce splendente del giorno della Resurrezione.
L’iscrizione sulla Croce in latino, abbreviata, è una solenne dichiarazione di fede: INRI, cioè IESUS NAZARENUS REX IUDAEORUM, letteralmente “Gesù Nazareno Re dei Giudei”.
La Croce si presenta qui come albero di vita, sorge sul teschio di Adamo, affonda nel buio del peccato. L’uomo vecchio, Adamo, muore, perché si innalzi l’uomo nuovo, Cristo. La Croce è davvero la sintesi della salvezza portata a tutto ciò che l’universo contiene: il cielo, la terra e ciò che sta sotto la terra.
